Meta, nei tempi passati, di pellegrinaggio per tutti gli abitanti della valle del Vomano (pare che intorno ad essa si ergesse un convento), la chiesa di S. Egidio Abate risale agli anni 1000.

Nel 1400 la chiesa necessitava già di un consistente restauro, cosicché nell’anno 1432 il papa Eugenio IV inviava una bolla (ben conservata) ai cerquetani con la quale si concedeva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che, confessati e comunicati, avessero fatto offerta per il restauro della chiesa. La ristrutturazione non fu subito iniziata e una volta avviata si protrasse per diverso tempo, al punto che lo stile delle costruzioni cambiò e la chiesa, da romanica, divenne barocca e tale si presenta ancora oggi agli occhi del visitatore.

All’interno della chiesa sono conservati pregevoli altari lignei intagliati del XVII secolo e tra questi una serie di sculture lignee di produzione locale.

Tra gli oggetti d’arte più pregevoli sono da ricordare un crocifisso ligneo del 1500 e diversi affreschi della stessa epoca tra cui uno raffigurante l’Annunciazione, di autore ignoto gravitante nell’orbita di Andrea Delitio.

Degno di nota è anche il frammento di affresco sulla navata centrale (Volto della Vergine Annunciata) con il motivo della colomba ad ali spiegate su un raggio di luce proveniente da Dio Padre. E’ da osservare l’insolita iconografia del raggio di luce e della colomba che vanno a dirigersi, anziché sul capo o sul seno di Maria, verso l’orecchio della Vergine.

Ciò rimanda alla conceptio per aurem citata nell’apocrifo Evangelo Armeno dell’infanzia, riaffermata da Sant’Efrem e da Sant’Agostino. Sembra, infatti, che iconografie tratte dai Vangeli apocrifi fossero abbastanza comuni nella zona del teramano nel XV secolo.

E’ da ammirare anche il bellissimo soffitto in legno, sia sulla navata centrale che su quelle laterali, formato da elementi a pianta quadrata incisi a mano.

Non è più conservata nella chiesa una statua lignea policroma ella Madonna con il Bambino del 300, perché trafugata nel 1976 assieme ad altre statue lignee di S. Antonio e dei SS Apostoli Pietro e Paolo, oltre a diverse cartegloria intagliate e dorate ed ai 16 reliquari in argento inciso delle 21 reliquie che in essa ancora si conservano.

Nella chiesa è anche presente un organo a canne verticali con mantice azionato a mano di fine 700, purtroppo non funzionante perché danneggiato durante i lavori di restauro eseguiti nel 1980.

Particolarità della torre è la forte presenza di “spugne”, sassi bucherati molto leggeri e di origine calcarea, che la compongono integralmente nei piani più alti.